Legge Mammì, Collusione, Conflitto di interessi, Authority: termini che ritornano sui nostri giornali, soprattutto in questi giorni, quando un’inchiesta dell’unico giornale che si ricorda la vera funzione dell’informazione, ha infine svelato l’acqua calda. Ovvero, tutti sanno, da sempre, che la Rai tiene le parti del governo di cui è espressione, grazie a nomine e cda pilotati, e tutti sapevano e ricordano che quando al governo c’è stato il Berlusca la televisione di stato ha fatto il suo gioco e i suoi interessi, rinunciando di fatto ad espletare in maniera autonoma e imparziale il servizio che dovrebbe garantire ai suoi utenti. L’epurazione del compianto Biagi, di Luttazzi e Santoro, l’ascesa di Vespa e della meteora Socci erano soltanto alcuni dei segnali di quella che ora chiamano la collusione tra Rai e Mediaset. È un bene che il fatto sia emerso (tra l’altro con una notevole scelta di tempo sul gioco al rilancio di Berlusconi con il Pdl) ma quello che io mi chiedo, anche alla luce delle mail inviate già nel 2002 da Paramount e Columbia, delle statistiche sui tempi dedicati a governo e opposizione nei tg (e questa è matematica, non opinione) dei richiami dell’Unione Europea, dell’evidente scelta di non belligeranza tra i programmi di punta delle sei reti, della salvezza concessa a Fede, che doveva finire sul satellite, ebbene, c’era davvero bisogno di cercare le prove, i tabulati relative a qualcosa che era sotto gli occhi di tutti. L’Italia è l’unico paese dove si sa tutto, si vede tutto, ma nessuno fa niente salvo poi scandalizzarsi quando le prove diventano ufficiali. E questo è l’ennesimo caso di una ricerca che non serve, perché quello che c’era da trovare era sotto gli occhi del paese, come un porcino colpito dai raggi del sole in piena radura.
20071123
PRIMA PARTE
PARLANDO DEL QUANDO
Beh, dicevo semiseria, non scientifica, e voglio restare fedele alle mie intenzioni anche trattando un argomento delicato come il QUANDO.
Qualsiasi manuale cartaceo o informatico, on-line (ve ne sono tanti), vi racconterà la favola che per ciascun fungo esiste un momento, un periodo dell’anno, una stagione. E che chi, in generale, provasse ad andare alla ricerca di funghi tra, diciamo, fine novembre e primi di maggio, ebbene, si metta il cuore in pace, perché non troverà assolutamente niente, nemmeno l’ipotesi di un fungo commestibile e soltanto, tutt’al più, qualche cappelletta velenosa o indigesta che spunta floscia dal terreno………Vero! Indubbiamente il freddo è nemico mortale dei funghi ed è solo con i primi caldi, dopo che il terreno è stato bagnato a dovere, possibilmente coperto nei momenti più freddi dalla neve, che protegge dal gelo, che qualcosa comincia a spuntare dal suolo. Tuttavia nessun manuale può comandarvi di non sperare in qualsiasi stagione, con qualsiasi tempo, di poter trovare un fungo durante le vostre passeggiate boschive. Il cercatore, quello che ha abbracciato la filosofia della ricerca, trovandosi in un habitat, in un luogo adatto al fungo, non potrà fare a meno di guardarsi intorno immaginando quanto una tale porzione di suolo o una tal’altra cavità sotto una radice contorta, sarebbe perfetta per ospitare il prezioso abitante. E non lo dico perché questo viene comodo al mio intento, ma perché io stesso sono il primo a non dubitare mai, a crederci sempre, anche in un’annata disastrosa come quella appena passata, da che io rammenti la peggiore mai avuta. Spesso, anche quest’anno, quando io e miei compagni di ricerca ci spingiamo fino ai boschi nei quali siamo soliti andare a funghi, sappiamo perfettamente che il clima non è adatto, che non esistono le condizioni, che non ha piovuto abbastanza o non si è verificata, negli ultimi tempi, l’alternanza tra umidità e calore che di solito favorisce le “buttate”. Ma non è questo a fermarci. Non è delle scarse probabilità di trovare porcini che parliamo durante il mattutino viaggio in macchina, mentre intorno si sciolgono i colori dell’alba e per le strade non ci sono ancora nemmeno i lavoratori più mattinieri. La speranza c’è sempre, raramente viene tradita e se poi il sospirato fungo non si trova…..peccato, sempre torniamo a casa soddisfatti per la passeggiata, colmi dell’aria fresca che si è respirata, le gambe indolenzite, ma ancora vive, gli occhi pieni dei colori del bosco e sul telefonino la registrazione del video di una salamandra che abbiamo scovato crogiolarsi su una roccia calda o la foto della splendida, grande, rosseggiante amanita che per un momento ci ha fatto sperare che fosse possibile trovare anche di meglio.
Altri manuali, che ancora una volta mi permetterò di contraddire, sostengono che il buon fungarolo si muova sempre presto, prima dell’alba, perché la luce mattutina è la migliore possibile o perché conviene anticipare gli altri cercatori……..Balle. Sono andato a funghi a tutte le ore del giorno, con qualsiasi luce. Il fungo, e questo fa parte della mia visione magica dello stesso, si farà trovare da chi vuole essere trovato e in qualsiasi momento della giornata. Altrimenti non si spiegherebbe perché passando dallo stesso punto, attraverso gli stessi alberi, calpestando la stessa terra ciottolosa due non vedano nulla e il terzo scorga uno splendido esemplare di Edulis che occhieggia da sotto una foglia. Come se ci fosse tra lui e il suo scopritore una segreta corrispondenza……forse quella di “amorosi sensi” di foscoliana memoria. Oppure quella dell’ossessione che portò Schlieman a ritrovare Troia, Fleming a scoprire, riscoprire la penicillina…….
Insomma, il manuale del cercatore novello, fedele all’approccio semiserio, suggerisce, e non comanda, che siate voi a decidere quando andare a funghi, senza l’assillo del momento, dell’ora, della stagione; l’ansia della ricerca è un movimento dell’anima, come un feto nella placenta, può muoversi, rigirarsi e divenire inquieta a qualsiasi ora di qualsiasi giorno, a voi sta solo il compito o la decisione di soddisfarla o no.
Beh, dicevo semiseria, non scientifica, e voglio restare fedele alle mie intenzioni anche trattando un argomento delicato come il QUANDO.
Qualsiasi manuale cartaceo o informatico, on-line (ve ne sono tanti), vi racconterà la favola che per ciascun fungo esiste un momento, un periodo dell’anno, una stagione. E che chi, in generale, provasse ad andare alla ricerca di funghi tra, diciamo, fine novembre e primi di maggio, ebbene, si metta il cuore in pace, perché non troverà assolutamente niente, nemmeno l’ipotesi di un fungo commestibile e soltanto, tutt’al più, qualche cappelletta velenosa o indigesta che spunta floscia dal terreno………Vero! Indubbiamente il freddo è nemico mortale dei funghi ed è solo con i primi caldi, dopo che il terreno è stato bagnato a dovere, possibilmente coperto nei momenti più freddi dalla neve, che protegge dal gelo, che qualcosa comincia a spuntare dal suolo. Tuttavia nessun manuale può comandarvi di non sperare in qualsiasi stagione, con qualsiasi tempo, di poter trovare un fungo durante le vostre passeggiate boschive. Il cercatore, quello che ha abbracciato la filosofia della ricerca, trovandosi in un habitat, in un luogo adatto al fungo, non potrà fare a meno di guardarsi intorno immaginando quanto una tale porzione di suolo o una tal’altra cavità sotto una radice contorta, sarebbe perfetta per ospitare il prezioso abitante. E non lo dico perché questo viene comodo al mio intento, ma perché io stesso sono il primo a non dubitare mai, a crederci sempre, anche in un’annata disastrosa come quella appena passata, da che io rammenti la peggiore mai avuta. Spesso, anche quest’anno, quando io e miei compagni di ricerca ci spingiamo fino ai boschi nei quali siamo soliti andare a funghi, sappiamo perfettamente che il clima non è adatto, che non esistono le condizioni, che non ha piovuto abbastanza o non si è verificata, negli ultimi tempi, l’alternanza tra umidità e calore che di solito favorisce le “buttate”. Ma non è questo a fermarci. Non è delle scarse probabilità di trovare porcini che parliamo durante il mattutino viaggio in macchina, mentre intorno si sciolgono i colori dell’alba e per le strade non ci sono ancora nemmeno i lavoratori più mattinieri. La speranza c’è sempre, raramente viene tradita e se poi il sospirato fungo non si trova…..peccato, sempre torniamo a casa soddisfatti per la passeggiata, colmi dell’aria fresca che si è respirata, le gambe indolenzite, ma ancora vive, gli occhi pieni dei colori del bosco e sul telefonino la registrazione del video di una salamandra che abbiamo scovato crogiolarsi su una roccia calda o la foto della splendida, grande, rosseggiante amanita che per un momento ci ha fatto sperare che fosse possibile trovare anche di meglio.
Altri manuali, che ancora una volta mi permetterò di contraddire, sostengono che il buon fungarolo si muova sempre presto, prima dell’alba, perché la luce mattutina è la migliore possibile o perché conviene anticipare gli altri cercatori……..Balle. Sono andato a funghi a tutte le ore del giorno, con qualsiasi luce. Il fungo, e questo fa parte della mia visione magica dello stesso, si farà trovare da chi vuole essere trovato e in qualsiasi momento della giornata. Altrimenti non si spiegherebbe perché passando dallo stesso punto, attraverso gli stessi alberi, calpestando la stessa terra ciottolosa due non vedano nulla e il terzo scorga uno splendido esemplare di Edulis che occhieggia da sotto una foglia. Come se ci fosse tra lui e il suo scopritore una segreta corrispondenza……forse quella di “amorosi sensi” di foscoliana memoria. Oppure quella dell’ossessione che portò Schlieman a ritrovare Troia, Fleming a scoprire, riscoprire la penicillina…….
Insomma, il manuale del cercatore novello, fedele all’approccio semiserio, suggerisce, e non comanda, che siate voi a decidere quando andare a funghi, senza l’assillo del momento, dell’ora, della stagione; l’ansia della ricerca è un movimento dell’anima, come un feto nella placenta, può muoversi, rigirarsi e divenire inquieta a qualsiasi ora di qualsiasi giorno, a voi sta solo il compito o la decisione di soddisfarla o no.
20071122
COLPO GROSSO
Soffro nel riconoscere l'astuzia del nemico, peno nell'ammettere che l'ultima mossa del quasi spacciato Berlusca lo ha risollevato e riportato al centro, non politico ma figurato, della politica italiana. In un colpo solo, con la fondazione del fantomatico PDL (nome non casuale: provate ad immagianre quanti al voto si confonderanno con la sigla PD?) è uscito dall'angolo in cui lo avevano costretto Fini e Casini, ha ripreso possesso del ring e si è attirato consensi dai leghisti, non a caso i soli a non pronunciarsi ancora sul fatto, i quali sicuramente a breve annunceranno la loro salita sul carro. Aihmè, chi è pronto a scommettere che il nuovo partito del redivivo berluskaiser prenderà la maggioranza relativa?
Mi dolgo dell'abile mossa dell'avversario che dimostra purtroppo, o più probabilmente chi pensa per lui (vedi Letta), di non essere così lontano e alieno dalla politica. Il nord, con la prevedibile alleanza con la Lega, tornerà compatto a votarlo, il sud continuerà ad appoggiare gli ex democristiani e gli ex fascisti.............e il PD? Creatura nata su un entusiasmo che già si sente venir meno? staremo a vedere, e speriamo che il colpo inferto dal cavaliere non gli sia fatale.
20071119
TERZO PUNTO
Uno dei funghi più belli e pericolosi, l'amanita muscaria o, per la somiglianza con l'ovulo, Ovulo malefico
Che cos’è un cercatore di funghi? È possibile classificarlo, raccontarlo, spiegarlo. Se questo fosse un vero manuale conterrebbe certamente delle indicazioni in merito, si preoccuperebbe di tracciare dei confini entro i quali il vero ricercatore deve sapersi muovere, non ultime le necessarie conoscenze relative ai funghi. Ma come ho già avuto modo di dire questa non è una guida né io un tecnico o uno studioso di micologia. Su una cosa certamente mi sento di allinearmi ai manuali propriamente detti, questo è sicuro, ovvero sulla necessità di non consumare mai, crudo o cotto, dopo la prova dell’aglio o qualsiasi altra, un fungo della cui commestibilità non si sia assolutamente. E ribadisco ASSOLUTAMENTE, certi. Ma per il resto non mi sento ora ne mi sentirei mai di indicare, moderno Policleto, i canoni ai quali debba attenersi il perfetto ricercatore. Ho passeggiato per i boschi con fungaioli di vario genere, quelli casuali, ma non per questo meno impegnati, quelli abitudinari e scaramantici, che ripetono ad ogni uscita i medesimi rituali e indossano gli stessi vestiti che lo hanno, in un fruttuosa precedente ricerca, coperto dal freddo mentre il cesto andava riempiendosi. E quelli ossessivi compulsivi, categoria a cui mi sento di appartenere, che vivono sei mesi in attesa della stagione e gli altri sei ritagliandosi tutto il tempo possibile, dal lavoro e dagli impegni, per dedicarlo alle escursioni. Così come trovo sbagliato indicare un obiettivo, stabilire il confine tra una ricerca fruttuosa e una disastrosa e, anzi, proprio a cagione di questo, ritengo fuorviante il tentativo di stabilire che cosa debba essere un fungaiolo.
Da noi, in Piemonte, si dice bulaiè, da bulè, fungo, e mi si perdoni il piemontese approssimativo. Un bulaiè è chiunque in un determinato momento si trovi a risalire l’erta di un bosco inumidito dalla rugiada notturna alla ricerca di un fungo, quale che sia quello che conta o spera o si accontenta di depositare sul fondo del cesto, sopra un letto di felci e foglie ancora verdi di castagno. Bulaìè è chiunque voglia diventarlo, quand’anche non fosse capace di trovare nemmeno un fungo velenoso. Perché una volta che ci si è buttati nell’impresa si sta aderendo ad una filosofia, ad una religione a cui è sufficiente credere anche solo per la durata della ricerca.
Da noi, in Piemonte, si dice bulaiè, da bulè, fungo, e mi si perdoni il piemontese approssimativo. Un bulaiè è chiunque in un determinato momento si trovi a risalire l’erta di un bosco inumidito dalla rugiada notturna alla ricerca di un fungo, quale che sia quello che conta o spera o si accontenta di depositare sul fondo del cesto, sopra un letto di felci e foglie ancora verdi di castagno. Bulaìè è chiunque voglia diventarlo, quand’anche non fosse capace di trovare nemmeno un fungo velenoso. Perché una volta che ci si è buttati nell’impresa si sta aderendo ad una filosofia, ad una religione a cui è sufficiente credere anche solo per la durata della ricerca.
ad un ricercatore sfortunato
Sabato 17, per le strade di Genova, si è snodato un serpente colorato il cui scopo era portare in giro un ricordo, un nome, nonchè ribadire il desiderio, il diritto di giustizia e verità che parte del popolo italiano reclama dopo i fatti tristemente noti del G8. In questo spazio in cui parlo di funghi e di ricerca mi sembra doveroso aprire una finestra su un cercatore sfortunato che non a caccia di funghi andava ma di qualcosa che forse lui stesso non consceva, ma che sapeva di dover tirare fuori per i capelli, stanare e sollecitare approfittando di quello che gli stava succedendo intorno; una manifestazione come un bosco in cui raccogliere sensazioni, momenti forti, soddisfazioni. Un bosco da cui, nella affannosa ricerca, a Carlo Giuliani non è stato permesso di venire fuori per ritrovare la luce.
SECONDO PUNTO
2: Semiserio, affiancato a "manuale", doveva essere nell'idea iniziale "non scientifico", termine che probabilmente avrebbe reso in maniera più puntuale il senso intimo del mio breve manuale ma che, dopo un'attenta riflessione, mi è parso eccessivamente rigido e poco permeabile; difetto che data la natura soggettiva e opinabile della trattazione del fungo a cui mi accingo, mal si accordava con l'insieme. Semiserio, quindi, perchè da quando sono caduo vittima dell'ossessione ludico-sportiva per il fungo ho sempre diffidato dei cercatori che sentono la necessità di dare alle passeggiate in mezzo ai boschi una veste troppo seriosa e che regolamentano tale attività con una serie di rigidi comandamenti. Orario, abbigliamento, metodica........... In definitiva vale quello che ho cercato di spiegare nella prima postilla al titolo: la ricerca di funghi, proprio in conseguenza della natura spirituale che io attribuisco all'oggetto in sè, al porcino, all'ovuolo, al galletto, alla mazza che sia, non può essere ridotta alla scienza così come non è alla conoscenza dei termini specifici, botanici, che si deve il risultato della stessa. Quando vado a funghi e mi perdo per i boschi, abituando lo sguardo a distinguere le protubeanze sotto lo strato di foglie, a investigare i piccoli pianori tra i piedi degli alberi, concentrando la mente sull'immagine di un'eburnea cappella semitonda.... che si può celare o rivelare ovunque, nei punti più impensati, negli anfratti di una radice o nei recessi di una pietra, in una concavità del terreno o sotto le fronde di una pianta di felce, ebbene, malgrado l'estrem attenzione e l'assorbimento che tale impegno richiede, cerco di mantenere costante con i miei compagni di ricerca, magari persi a decine di metri da me, un contatto sempre scherzoso, fatto di richiami, di sfottò, di risate e, stante la sana invidia, di gioia e profondo rispetto per il ritrovamento fruttuoso dell'"altro".
Semiserio perchè è importante che questa passione, che rischia di diventare malattia, ossessione, sappia ridere di se stessa, esorcizzarsi, riportarsi ad un piano più ironico, nel successo come nella sconfitta. proprio a tale proposito allego al post la foto di un compagno di ricerche che ci mostra il porcino rinvenuto proprio sulla riva lungo il sentiero, dove tutti potevano trovarlo ma soltanto lui lo ha visto e raccolto.
20071116
postilla al titolo in 3 punti - PRIMO PUNTO
1: Non fatevi ingannare dal termine "MANUALE" e non pensate al significato che normalmente questo assume nelle solite guide il cui intento è quello di spiegare, indottrinare, in definitiva sofocare la creatività, l'improvvisazione e lo spirito genuino di chiunque si accinga a svolgere una qualsiasi attività o avvicinarsi, come nel caso dei funghi, ad un mondo che prima non conosceva. Il modello a cui faccio riferimento è quello di Homer Simpson che monta il suo carrettino da gara seguendo le istruzioni allegate al kit e terminato il suo lavoro si ritrova tra le mani, con grande soddisfazione (EHE!) un veicolo sbilenco e scassato di cui va assolutamente fiero! Manuale, quindi, significa in questo
D'altronde sistono nel rutilante mondo dell'editoria decine di guide nel senso classico del termine che per lo più trattano il fungo e la ricerca del medesimo sotto un profilo scientifico, informano sui termini botanici per descrivere e definire ciascuna parte del misterioso prodotto che non è pianta, non muffa e fa capo in definitiva ad una famiglia tutta propria. In quelle stesse guide a cui ho fatto cenno, poi, spesso vengono forniti saggi consigli sull'abbigliamento, l'atrezzatura, i gadget, i momenti migliori e il modo di affrontare il bosco, tutti aspetti, a mio parere, che proprio per la natura imponderabile del fungo sono e devono assolutamente restare soggettivi. Le guide, quelle consuete, possono certamente rivelarsi utili per il novello cercatore più scrupoloso ma il mio intento è quello di coprire un vuoto che queste non si preoccupano di colmare, affrontare il tema da un punto di vista spirituale, metafisico, oserei perfino dire religioso. E pertanto dell'esito che i nostri racconti avranno sulla vostra attività di fungaioli o sul vostro interesse verso gli stessi, o sul modo in cui voi vorrete intraprendere la ricerca o accostarvi al mondo dei boleti.......beh, non mi preoccupa nè a dire il vero mi interessa particolarmente. Per lo meno non qui, poichè in altri spazi del blog sono invece ben lieto di raccogliere le vostre testimonianze, esperienze e opinioni in merito. Ma, ribadisco, il manualetto che verrà pubblicato a puntate su questo blog non è una vera guida, nè d'altra parte io sarei mai in grado di redigerne una, e non vi vuole condurre da nessuna parte ma solamente accompagnare chi lo vorrà in questa meravigliosa dimensione boschiva........
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