20071202

SECONDA PARTE

PARLANDO DEL COME

A) Molto da dire ci sarebbe intorno al come. Come andare a funghi, con quale tipo di approccio, quale spirito, ma anche con quale equipaggiamento e quale mezzo. E poiché fin dall’inizio il mio intento è quello di non allinearmi ai soliti manuali, come già più volte ho avuto modo di ribadire, è principalmente la prima questione menzionata, ovvero quella dell’approccio, che mi interessa approfondire e sviluppare.
Esistono diversi tipi di atteggiamento, quasi dei caratteri che contraddistinguono i cercatori e dei quali io ne ho sperimentati e conosciuti diversi. E di questi proverò nelle righe seguenti a tratteggiare un profilo, ben lieto, nel caso qualcuno volesse aggiungere ad essi la descrizione di un altro Tipo, di pubblicarla sul blog.
IL PESSIMISTA: quella del pessimista è una categoria molto ampia che ricomprende anche il Lamentoso, il Negativo e l’Incontentabile. Il pessimista tende a prefigurare, fin dall’inizio della gita a funghi, una giornata povera e infruttuosa: in macchina sostiene già che non sarà una buona giornata, troppo freddo, o troppo caldo, o troppo presto per trovare alcunché; risalendo le pendici del bosco scuote la testa e lamenta la scarsità di funghi, la secchezza della terra, la mancanza di quelle favorevoli condizioni di cui abbiamo già parlato. Nella pausa panino, seduti su un ceppo a rifocillare lo stomaco e recuperare energia, non fa che schioccare la lingua, “tch”, piangendo la difficoltà di trovare buoni funghi. Malgrado questa predisposizione negativa nei confronti della ricerca, la tecnica del “lamento”, che solitamente il Pessimista è maestro nell’applicare, porta spesso a buoni risultati e comunque, se qualcuno rifiutasse l’idea a cui io credo, pur non rientrando in questa categoria, che lamentarsi porti i funghi a svelarsi, consente a chi era partito con la convinzione di un insuccesso annunciato, di trovare soddisfazione anche da una raccolta minima, che rispetto allo zero prospettato è pur sempre qualcosa. Peculiarità del Pessimista lamentoso è la trasformazione, soprattutto in caso di cestino pieno, tra il viaggio di andata, la ricerca stessa, e il viaggio di ritorno, in cui il suddetto può scivolare a seconda dei casi nella sottocategoria dell’Incontentabile (superfluo spiegarne le caratteristiche), o del Pessimista Cronico.
L’OTTIMISTA: poco da dire su questa categoria che, ovviamente, comprende tra le proprie fila i cercatori il cui atteggiamento di partenza è opposto a quello del pessimista. Se non che malgrado il rischio della delusione, rischio che il pessimista scongiura, spesso l’approccio positivo alla ricerca viene premiato facendo sì che l’ottimismo si conservi per le future scampagnate.
L’INDIFFERENTE: evidente via di mezzo tra i due profili precedenti, l’indifferente di solito lo è anche nella vita. Prende l’attività della ricerca, l’idea della scampagnata, i piaceri della compagnia, con un distacco che solitamente è segno di un carattere ombroso, taciturno, equilibrato. Che tale si mantiene, per natura, anche nella fase più coinvolgente della ricerca stessa e soprattutto, a meno di ritrovamenti clamorosi, persino nel momento in cui l’indifferente si trova di fronte ad un bel porcino da tre etti che fa capolino da un ramo basso di felce.
IL SOLITARIO: pur non essendo tale per natura, mi sento di appartenere a questa categoria che nel mio caso si mescola con quella del MISTICO, opposta a quella dello SPORTIVO che analizzerò più avanti. Il solitario, forse a causa della magia che un bosco può trasmettere, del silenzio, dell’atmosfera di raccoglimento che aleggia tra i rami degli alberi e si solleva dal suolo come una nebbiolina, tende dopo un po’ a cercare di isolarsi, distaccarsi, perdersi nel bosco mischiando ricerca e meditazione, convinto, come lo sono io, che quella vena intimista e spirituale entro cui ci si può raccogliere, possa favorire il ritrovamento dei funghi e stabilire quel metafisico, trascendente contatto che il bulaiè può instaurare con il fungo. Nel mio caso, il piacere della fuga si unisce tuttavia a quello della condivisione che raggiunge il suo picco nel momento in cui, a seguito di un ritrovamento, ci si riunisce per contemplare il risultato ottenuto da uno o più dei compagni.
LO SPORTIVO: lo sportivo è colui il quale intraprende la gita a funghi come un attività fisica, che aggredisce le pendici del bosco come se stesse partecipando ad una gara campestre e che in genere ha un atteggiamento agonistico, fisico. L’obiettivo dello sportivo è eliminare tossine, allenare i muscoli, mettere alla prova il fisico e, secondariamente, riempire il cestino. Quando tale attività viene vissuta nella sua dimensione partecipativa, il profilo dello sportivo coincide con quello del COMPAGNONE,

che per definizione si oppone al Solitario e che spesso confluisce nella figura più fastidiosa del cercatore, ovvero quella dell’ UTILIARISTA. Costui è il cercatore che tende a seguire gli altri e sfruttare i suoi ritrovamenti per battere la zona circostante, ben conscio del fatto che spesso i funghi amano crescere in gruppo, in zone, sulla stessa linea, verticale o orizzontale. C’è, in questo atteggiamento, una incapacità di fondo a godere del ritrovamento, a raccogliere la gratificazione che questo può dare quando è frutto di una ricerca assolutamente autonoma e di un’intuizione spirituale che ha condotto il cercatore lì, in quel punto e non in un altro, con il presentimento di poter scovare un fungo.
Ovviamente queste tipologie di ricercatori non sono nette e definite al punto che non si possa appartenere a più di una o, nella stessa giornata, cambiare il proprio atteggiamento in modo da ricadere sotto ciascuna di esse. Il cercatore di funghi è vittima degli stati d’animo momentanei, dei risultati, dell’influenza dei suoi compagni, e per questo motivo è flessibile, passibile di una ondivaga fluttuazione da un atteggiamento all’altro.
Vanno naturalmente aggiunti a quelli sopra elencati i seguenti profili: LO SCARAMANTICO, IL PRECISO, LO SCORBUTICO e il cercatore OCCASIONALE.

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